DALLE AMATE STANZE DI MARGHERITA |
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Sebbene la sua vita sia stata sempre vissuta alla ribalta della storia, il programma presentato intende rifuggire da una ricostruzione rigidamente filologica degli eventi. Quello che si intende restituire al pubblico odierno è l'impatto emotivo del ritrovare attraverso la musica, il racconto e la danza, la vita nei luoghi che in varie circostanze hanno visto apparire Margherita, ora giovane sposa ribelle nel Castello di Montechiarugolo, ora in visita al fratello in Sulmona (fugace apparizione di un affetto familiare), ora, esule dal governatorato delle Fiandre, in Abruzzo ove si rifugia, stanca e delusa, nei possedimenti di Penne e Ortona a consumare l'ultimo tempo concesso alla sua vita. Questo programma dunque parla, attraverso la musica e non solo, delle emozioni, dei fasti cortigiani, dell'amore, della solitudine e della malinconia che abitarono queste stanze e gli spazi fuori da esse. Ci offre inoltre una riflessione importante sull'arte e sulle vie della storia: e cioè che le frammentazioni del territorio italiano erano compensate da un intenso scambio culturale attraverso le corti a loro volta connesse alla grande rete europea, che univocamente riconoscevano grande importanza alla presenza di artisti ed uomini di cultura. Possiamo in particolare notare, a proposito del luogo comune sul presunto isolamento dell'Abruzzo, che la presenza di influenze diverse sul territorio abruzzese (i Medici, i d'Avalos, i Colonna, gli Orsini, i D'Acquaviva), anche se frutto di ingerenze economiche e politiche esterne, può essere considerato fonte di arricchimento culturale: in questo clima si sviluppa la produzione artistica, ed in particolare musicale, abruzzese, produzione che a breve sarà "esportata" dai compositori al servizio di altre corti italiane e pubblicata dai più importanti stampatori di Roma e Venezia. Le descrizioni degli ambienti e le circostanze sono affidati ad estratti da carteggi e pubblicazioni dell'epoca, nonché dal cospicuo epistolario della stessa Margherita, dal tono ora veemente, ora ironico, ora supplicante, attraverso il quale reggeva i tormentati fili della propria esistenza. Nello spettacolo si alternano così le esecuzioni musicali, i racconti proposti da un narratore e gli interventi di danza ricostruiti secondo le indicazioni dei trattati coevi. ACCADEMIA DEGLI IMPERFETTI Andrea De Venuto,viola da gamba Maurizio Less viola da gamba e direzione Marinella Di Fazio liuto e chitarra a cinque ordini Marco Muzzati percussioni, santur e voce recitante Ensemble di Danza Antica "Licita Scientia" |
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