TROTULA E LE ALTRE

 

 
TROTULA E LE ALTRE
Mulieres in Salerno tra Guarigione e Bellezza
Sapiens Matrona - De passionibus mulierum - De ornatu mulierum

Trotula
Una nota di intenso mistero avvolge il meridione dell'Italia medievale, vero crogiolo di cultura mediterranea. Nel territorio di Salerno queste convivenze culturali hanno visto nascerere la figura misteriosa del medico e filosofo Trotula, attiva fino agli ultimi anni del XI secolo nel seno della acclarata scuola medica locale.
Nei testi che la riguardano, o che sono a lei attribuiti, medicina, pietas e umanità si confondono e completano. La pagina scritta è uno specchio del vissuto della donna, che più volentieri apre ad un'altra donna i segreti della sua natura, sia che si tratti di salute, sia di sessualità, sia di cosmesi, in un sapiente ricettacolo che accoglie da una parte i principi della medicina galenica e la magia naturale e dall'altra i segreti di bellezza delle donne saracene.

Note al programma
A commento del testo sono stati scelti brani di varia provenienza, di un periodo storico che si articola dal XI al XIV secolo e che vanno seguendo, in alcuni casi, il senso del testo stesso.
In diversi casi sono stati utilizzati canti devozionali spagnoli che, attraverso le lodi alla vergine Maria, sottolineano l'aspetto carismatico di Trotula.

Le Cantigas de Santa Maria, per un verso, sono affini alla Lauda italiana ma, dal punto di vista strettamente musicale, richiamano molto lo zajal arabo per la struttura: A - B - A (Estribillo - Coplas - Estribillo, cioè "ritornello - strofa - ritornello"). Redatte nello scriptorium di Alfonso X El Sabio, re di Castiglia e Leòn, tra il 1250 e il 1280, rappresentano il codice musicale più prestigioso della monodia cortese del Medioevo europeo. Scritte in galiziano, lingua aristocratica, narrano i miracoli della Vergine tratti da racconti assai diffusi nell'Europa del tempo, e sono organizzate in Cantigas de miragres (canti descrittivi di miracoli) e Cantigas de loor (canti di lode), quest'ultime una ogni dieci. Quattro gli esemplari pervenutici (sec. XIII): MSb. I. 2 (Bilioteca del Monastero dell'Escorial,) MS T.j.I (Biblioteca del Monastero dell'Escorial,) MS 10069 (Biblioteca Nazionale di Madrid), MS Banco rari 20 (II.1.213) (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), privo di musica.

Altra fonte è costituita da Le Llibre Vermell, MS n. 1, dell'Abbazia di Montserrat in Catalogna. È costituito da un codice (sec. XIV - XV), con copertina rossa (da cui il suo nome Vermell), all'interno del quale compare una breve silloge di 10 brani musicali, alcuni polifonici a 2 e 3 voci, altri eseguibili a canone, che mostrano precisi riferimenti coreutici, riconducibili a danza sacra, da eseguirsi in ballo tondo, come indicato espressamente dall'amanuense in lingua latina (ad trepudium rotundum) e in catalano (a ball redon).

Il Codex de Las Huelgas (sec. XIV) dell'omonima abbazia cistercense, nei pressi di Burgos nella Castiglia vecchia, fondata da Alfonso VIII costituisce la prima fonte che utilizza la notazione franconiana che si rivela di grande aiuto nell'interpretazione analogica dei repertori con notazioni musicali più ambigue. Il suo contenuto consta di ben 45 brani monofonici e 141 polifonici.

Altri due brani che rievocano l'intensa spiritualità medievale sono Quisquis cordis et oculi, un alterco tra il cuore e l'occhio su testo di Pietro Abelardo, una cui versione è presente in un manoscritto musicale, riccamente decorato, di provenienza francese conservato presso la British Library e Aurea personet lyra, una lode alle virtù della musica dai Carmina Cantabrigensia, sec. XI (cod. Gg 5, 35) della Biblioteca Universitaria di Cambridge. Questo canzoniere fu redatto a St.Augustine di Canterbury e costituisce una copia di una più antica raccolta di probabile relazione con la corte salica in Renania (Spira, Colonia, Treviri). Il suo contenuto riguarda: 47 brani in latino; 2 brani in latino - tedesco; su testi di Orazio, Virgilio, Stazio, Venanzio Fortunato e anonimi.

Al mondo trovadorico e trovierico risalgono le "canzoni a ballo" delle feste di primavera del Calendimaggio, Kalenda maya può essere ricompresa tra le danze vocali. Il contenuto poetico non richiama lieti eventi, bensì un amore infelice dell'autore, il trovatore Raimbaut de Vaqueiras, per donna Beatrice, sorella del Marchese del Monferrato. Ma la razo che precede la composizione ci tramanda il motivo occasionale di quest'opera che fu appunto composta sulla musica di una estampida (ovvero di una danza) che due suonatori di viella, venuti da Parigi, eseguivano con grande successo proprio alla corte dove lo stesso Raimbaut soggiornava triste e taciturno. Vere e proprie danze sono invece la Estampie, ed anche le "danze di elevazione" (cioè saltellate) dal Codice Italiano (sec. XIV) della British Library di Londra: i Saltarelli, Lamento di Tristano e Manfredina con Rotta, ovvero il refractorium, ritornello che rompe l'esecuzione di queste due danze lente.

La melodia de La rosa enflorece, pervenutaci come altri canti sefarditi per tradizione orale, è costruita su maqam arabo e costituisce un significativo tassello nella culturala musicale europea durante il medioevo.

 

ACCADEMIA DEGLI IMPERFETTI
Direttore artistico Maurizio Less

Silvia Piccollo     soprano, voce recitante
Marinella Di Fazio     liuto medievale, baglama
Maurizio Less     lira, kemence
Matteo Rabolini     percussioni

Musiche da varie fonti dal secolo XI al XIV

  Rabo, Silvia Mari e Mau a Camogli

Alfonso X, Los libros de acedrex dado e tablas (1283)
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